In un recente articolo della rivista Forbes, si parla del cambio di tendenza nella selezione del personale. Da un recente studio realizzato dalla Professoressa Chia-Jung Tsay della UCL School of Management di Londra, al momento di selezionare un candidato il talento sarebbe più importante della esperienza. Nella ricerca realizzata, si evince che il 60% dei selezionatori sceglierebbe il candidato con un talento naturale.

Al di là di questa ricerca, è evidente che c’è un cambio di tendenza nel mondo delle Risorse Umane; siamo partiti dalla Amministrazione del Personale dove il tutto era focalizzato alle presenze e busta paga, alla Gestione del Talento dove la persona è al centro.

Cosa significa Talento?

Parliamo di una dote, della propensione di una persona a fare qualcosa. Con questa parola ci riferiamo alla capacità che ha la persona di fare una determinata attività, ottenendo grandi risultati.

Ma questo talento è innato o si può creare con il passare del tempo?

Credo che tutti noi siamo bravi a fare qualcosa, anche se in alcune persone è più evidente ed in altre meno. Tutti abbiamo un talento innato, che possiamo allenare per farlo diventare sempre più forte e che possa esserci utile nella nostra vita. Va scoperto e coltivato.

Sempre in ambito lavorativo, troviamo che il talento possa essere interpretato come competenza trasversale o tecnica (soft skill e hard skill). Mentre per la prima possiamo parlare di una abilità innata per la seconda è necessaria la esperienza che porta alla competenza su una determinata tecnica.

Le soft skill, dal mio punto di vista, sebbene hanno una caratteristica innata (come detto nel precedente paragrafo) possono essere allenate ed evolvere nel tempo; tutto dipende dalla volontà della persona nel lavorare su sé stesso. Le hard skill invece, sono competenze tecniche che si acquisiscono con la esperienza maturata ed il duro lavoro.

L’artista è nulla senza il talento, ma il talento è nulla senza lavoro.
(Émile Zola)

Talento o esperienza?

Per rispondere alla domanda del titolo, credo sia necessario prendere in considerazione entrambi i talenti (soft e hard), facendo prevalere l’uno o l’altro a seconda della funzione da ricoprire in azienda. Con una particolare attenzione alle propensioni naturali della persona, perché questo aspetto, al di là della competenza tecnica farà sì che la persona si senta a suo agio nel suo lavoro e di conseguenza diventi più produttiva.

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