“La realtà italiana è più forte di quanto si possa pensare” – Antonello Bove

PERUGIA – Il Consulente esperto di business internazionale, project management e attività di corporate strategy, Antonello Bove, ha parlato con idexpansive del suo nuovo libro: Strategic Planning, una guida irrinunciabile per l’imprenditore di successo. Oltre, in esclusiva, come saranno i corsi formativi che terra’ a Perugia nel 2011.

*Per una persona che non se ne intende di consulenza aziendale, come potrebbe definire il suo lavoro?

Aiuto le imprese e organizzazioni a crescere, ottimizzando il corrente e designando nuove strategie, progetti e business plan per raggiungere nuovi obiettivi tale da renderle competitive. In alcuni casi, oltre al “disegno”, vengo coinvolto anche nell’esecuzione come progetti pilota dove è importante testare in prima persona il modello di business.

*Cosa ci può raccontare del suo nuovo libro Strategic Planning?

Strategic planning, è un processo che il manager di ogni livello deve conoscere e saper applicare. E’ considerata, da un recente studio fatto su 674 executive in 64 paesi, una delle quattro materie più importanti in azienda dopo le vendite, il customer service e la finanza. Aiuta ad analizzare cosa si vuole fare e perché, verificandone la fattibilità, aiuta a capire come fare attraverso la pianificazione e, infine, aiuta a fare con successo, creando un percorso sul quale il “pilota” può esprimere le sue capacità e le sue competenze di esecuzione.

Il volume è strutturato in tre parti:

• la prima è un’introduzione al concetto di strategia, alle tipologie di base e alla loro definizione;
• la seconda affronta la pianificazione del piano di business con la metodologia dei 7 step;
• la terza, infine, chiarisce al lettore le tecniche di controllo e monito‐raggio per mantenere la strategia in linea rispetto al piano.

Il testo si conclude con l’analisi del processo di pianificazione strategica sviluppato da quattro aziende di successo a livello internazionale: tre americane (Starbucks, Amazon, Google) e una italiana (Luxottica).

* Parliamo un po’ di Lei… da quanti anni vive negli Stati Uniti?

Vivo ormai da lungo tempo qui in USA, all’incirca 15 anni. Sono venuto per un lavoro di breve termine e da allora sono ancora qui. Gli Stati Uniti restano un grande paese, nonostante qualche rallentamento negli ultimi anni. Offre stimoli continui e professionalmente danno l’opportunità di poter crescere, acquisendo modelli all’avanguardia, in quasi tutti i settori. Vengo spesso in Italia, per piacere e per lavoro e rimane comunque il mio paese che, nonostante venga spesso maltrattato, resta tra i paesi più belli del mondo.

*Quanto è importante per un manager fare un’esperienza di lavoro all’estero?

E’ fondamentale. Fare esperienza all’estero da l’opportunità di acquisire differenti modelli di organizzazione e capire culture differenti, che arricchiscono la persona sia professionalmente che a livello personale. Lo consiglio sempre di fare un’esperienza all’estero, meglio addirittura se fatta durante le scuole superiori con i programmi di scambio di un anno o all’università con un’interessante specializzazione o, infine, se si ha l’opportunità con una vera e propria esperienza lavorativa. Ripeto, apre completamente la mente e gli orizzonti, in questo periodo è la medicina migliore.

* Dalla sua ottica di esperto internazionale, come vede la realtà aziendale italiana rispetto ad altre?

La realtà italiana e’ più forte di quanto si possa pensare. Noi siamo persone con un grande spirito imprenditoriale orientato all’innovazione, in particolare quella tecnica. Il mondo comunque è cambiato. Oggi i concorrenti sono aumentati numericamente ed anche i paesi in via di sviluppo sono estremamente competitivi. Questo processo di velocizzazione costringe l’impresa italiana a dover cambiare per essere in grado di competere. Deve internazionalizzarsi creando alleanze industriali e penetrando paesi nuovi come l’America Latina, e il far East, non di certo dalla scrivania. L’export puro come lo si intendeva una volta esiste solo in alcune nicchie. Nella maggior parte bisogna creare alleanze industriali, percorsi percorribili oggi, anche per la piccola e media impresa. Purtroppo ci sono nuovi equilibri che hanno radicalmente cambiato il modo di fare business e la globalizzazione ha aperto tutto ciò che una volta era difficilmente penetrabile. Vedo orizzonti comunque positivi per l’impresa italiana che è abituata a reagire con forza.

* Secondo Lei, gli imprenditori italiani sono abituati all’innovazione nelle loro aziende?

Si sicuramente. Questo processo di riallineamento è un po’ lento in Italia rispetto ad altre nazioni, proprio perché l’impresa è alla ricerca di questo nuovo equilibrio. Certo, chi non cambia in questo nuovo mondo economico, rischia di uscire di scena.

* Da cosa dipende il successo o meno di un’azienda?

Da tanti componenti, dove management e metodo si fondono tra di loro. Se comunque devo scegliere i primi tre componenti sceglierei: pianificazione strategica e leadership, innovazione, e forte orientamento al cliente.

* L’imprenditore dovrebbe essere abituato al rischio e, di conseguenza, a fare diventare un momento di crisi in una buona opportunità quanto diventa fondamentale avere un progetto
chiaro, capire come portarlo avanti e contare con un team all’altezza?

E’ fondamentale avere una nuova strategia in momenti difficili. Senza un nuovo percorso si resta fuori perdendo quote fino ad azzerare il business. Strategic planning aiuta in questo, partire con nuove idee, definirle analizzarle fino a pianificarle per dare chiarezza al ” come fare” fino ad eseguire seguendo un piano ben strutturato. Strategic planning e Il project management sono strumenti per gestire questi riallineamenti, in aggiunta i progetti sono sempre più complessi e richiedono un approccio sistematico che tenga conto dell’equazione sforzo-tempo, nei minimi termini. E’ imperativo avere esperti in casa in tale materia, è un vantaggio competitivo che differenzia organizzazioni dando la spinta in termine di valore aggiunto.

* Per quale motivo l’imprenditore umbro dovrebbe partecipare ai corsi che avete pianificato su Perugia?

Per apprendere questi strumenti discussi che sono facilmente applicabili alla realtà aziendale acquisendo modelli innovativi e strutturati, rafforzando cosi materie di management secondo un approccio moderno e competitivo.

*Perché hai scelto Perugia per tenere queste giornate formative?

Credo molto nella formazione fatta in centri al di fuori delle grandi metropoli. Perugia costituisce uno zoccolo duro dell’imprenditoria italiana con realtà medie e piccole molto interessanti, sulle quali confrontarsi su queste tematiche innovative.

BIO Antonello Bove:

Laureato in Economia e Commercio presso l’Università Sapienza di Roma, si è specializzato in Executive Management presso l’Università del Michigan di Ann Arbor, in International Business Management nella Georgetown University e in Project Management, presso l’Indiana e la Purdue University (IUPUI).

Ha iniziato la sua professione lavorando nel mondo della consulenza aziendale e finanziaria, successivamente nel settore industriale come CEO per un’azienda nel Midwest degli USA e in progetti con il governo statunitense.  Attualmente svolge l’incarico di program leader per una banca di investimenti e sviluppo in Washington DC. E’ lecturer in diverse università e conferenze negli Stati Uniti, America Latina e Europa e visiting professor presso l’Università degli Studi di Firenze. Oltre ad essere l’autore del libro Project Management: La metodologia dei 12 step e dell’ultima pubblicazione Stategic Planning.

+ informazione:  www.pianificazionestrategica.com

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